Fatacarabina

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martedì 10 aprile 2012

Di pasticci e creazioni

L'amico Thunalab, il papà dell'Amalia Muniega disegnata, è uno che ne sa. E quando io ho detto che avevo cominciato a fare il pane in casa, con la pasta madre che mi ha regalato il mio amico Luca, lui ha commentato su Friendfeed, me lo ricordo bene, che "fare il pane è un atto di creazione".
Io ho sorriso, gli ho dato ragione, quella che si conviene alle persone che parlano con la saggezza, ma oggi devo dire che il Thuna ha proprio detto giusto quella volta. Fare il pane è proprio creare. E se sei bravino e ti impegni e segui la ricetta e ci metti la fatica dell'impastare rigorosamente a mano, e hai voglia di imparare sbagliando, insomma, poi alla fine guardando le forme che in forno, con il calore, si gonfiano e si indorano, insomma, cavoli, ti senti proprio capace di creare.
E il pane che fai ti viene da regalarlo e ne fai di più del dovuto e lo regali.
Se fai il pane  a casa dopo che hai avuto una giornata faticosa e incasinata, dove qualche errorino ovviamente l'hai fatto, perché sai che la perfezione non ti è confacente come condizione, e a volte hai bisogni che ti portano a disturbare il prossimo e dopo ti daresti in testa perché sei debole e senti  le cose difficili, che non ti vengono bene ultimamente, insomma, ecco ti metti ad impastare, magari  anche lì sbagli, ma hai le mani sporche di pasta e di acqua e ti viene da ridere, e insomma, va ben.
Ti scappa un sorriso a creare. anche se sei impiastricciato da testa a piedi.

1 commento:

Claire ha detto...

il pane è proprio un bisogno primario, e saperlo "creare" soddisfa questo bisogno :)

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