Prima ero fuori che fumavo, sul marciapiede, tenevo gli occhi sul marciapiede. E' un pezzetto che lo guardo quel marciapiede, ha i ciottoli di porfido che in un punto sono rotti e se ci metti il piede, rischi che ti fai male. Ero lì che fumavo e guardavo il marciapiede e ho visto una ombra. Ombra del filo dell'elettricità alle mie spalle, sopra la mia testa. Sull'ombra del filo si è posato un uccello, un colombo probabilmente. L'ho visto, insomma, ne ho visto l'ombra.
Allora mi sono girata per vedere davvero il filo e l'uccello appollaiato. E c'era il filo ma non c'era l'uccello.
Mi sono rivoltata di nuovo a guardare il marciapiede con i suoi cubetti di porfido rotti e ho pensato che io sono così: vedo cose, poi mi giro e non ci sono.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
venerdì 27 aprile 2012
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2 commenti:
E non e' forse un regalo meraviglioso?:-)
a volte sì :)
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