Così, cercando una cosa, ho trovato in internet il testo di una vecchia canzone popolare che cantavamo in autobus quando si andava a far festa in val di Non.
NERO NERO
(canzone popolare)
Il primo furto da me compiuto
è stato quello della signora,
co’l pugnale nella gola
quanti schei che ghe gò ciavà.
Cinquecento marenghi d’oro
mescolati ad altri argento,
sono andato a cuor contento
in ostaria a magnare e a ber.
Quando suona la mezzanotte
arrivava la polizia,
circondava l’ostaria
a Santa Maria i me gà portà.
A tradirmi fu un grande amico
che di nome si chiamava Nero,
lo credevo un amico sincero
e invece il vile m’ha rovinà.
O secondino fammi il favore
di prestarmi inchiostro e penna
voglio scrivere alla mia bella
che mi venga a ritrovar.
O Nero Nero dove tu
sei ingannator della vita mia,
tu sei stata una malaspia
che in galera me gà mandà.
Oh Nero Nero…
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
lunedì 5 settembre 2011
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