Ci sono giornate che scivolano via lente ed è un lento voluto quando ho bisogno di una ricarica, di emozioni nuove, di perdermi un attimo per poi ritrovarmi.
Sono andata alla piscina, un posto "in" con la zona vip divisa da quella dei peones, e io me ne sono stata con questi ultimi, che ci sto bene, io, che ho sempre qualcosa fuori posto.
Una persona ha detto di me un giorno, senza conoscermi, che sembro quella con la corona in testa che le sta tutta storta, e forse ha visto giusto.
E insomma lì, tra un bagnetto, una ceasar salad, c'era il cicaleccio alle spalle di ragazze che parlavano di gelosia, amori e lasciamenti, tutti gestiti attorno alla lucetta verde della chat di Facebook, che pare che adesso esisti solo se hai la lucetta verde accesa, altrimenti non ci sei, e io che nei social network ci sto ma passo il mio tempo spesso in un posto senza lucette accese, ero curiosa e ascoltavo. Io ho amici fuori e dentro la rete, e non faccio differenza alcuna, comunque a suon di ascoltare, ad un certo punto ho avuto la nostalgia di quando era più difficile cercarsi.
Non lo so, ho temuto che tutta questa facilità alla fine sia un boomerang che poi ti lascia più vuoti che pieni. Anche perché se tutto gira attorno alla lucetta verde accesa stiamo freschi.
Ma se io voglio bene a qualcuno gliene voglio di più se ha la lucetta accesa per parlarmi? Non credo proprio. Voglio bene ancora a gente che non esiste più, sul serio.
Ma lasciamo perdere 'sta cosa del bene, che ultimamente a me dirlo mi sa che mi fa passare per una negativa e visto che mai mi sono sentita così mi pare di essere quella che va in giro con le mutande in testa e sembra tutta strana. O con la corona storta, e ci risiamo.
E' come quando decidi di regalarti, senza pensarci tanto, un tuffo spensierato in piscina ma è mal calcolato e tiri una spanciata pazzesca.
Oppure è più facile che abbiamo tutti alfabeti propri che confliggono con quelli degli altri e allora ti incasini perché semplicemente non capisci quel che senti.
Credo sia questo e allora ecco che forse è consolante quella sensazione, che un dialogo, un rapporto, un confronto lo puoi spegnere come la lucetta verde della chat.
Bon mi sa che va così, adesso, il mondo.
Ma io, no. Decisamente, no.
Di questa giornata in piscina porto a casa anche la piacevole sensazione che il mio ormone, il guerriero, è vivo e lotta insieme a me. Son rimasta a vagheggiare , persa tra le parole intrise di sesso di Tiziano Scarpa ( "La vita, non il mondo"-edizioni Laterza) e la visuale di un barbuto signore, dal fisico imponente, intento a studiare a bordo piscina un libro sul basso e un testo, forse di solfeggio, che da lontano non ho visto bene, e nell'offuscamento, me lo sono goduto nel guardarlo e mi sono fatta anche un filmino sulle mani...E poi col pensiero gli ho detto "Ciao, bello", quando è arrivata la morosa a portarselo via, mansueto.
Insomma c'ho l'ormone vivo e vegeto che brilla di lucetta propria. Ottanio, ovviamente.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
mercoledì 3 agosto 2011
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8 commenti:
Smack
ri-smack :)
Ti commento qua. Bello. E poi ti la lucettina ce l'hai sempre accesa. Dentro.
rigorosamente ottanio :)
è una paura che ho anche io... quella per la "facilità", soprattutto di trovarsi.
In fondo, se ti piace qualcuno, basta un sms, i faccia a faccia sono inutili... quando una tempo invece c'erano solo quelli, o al limite un telefonone a disco, ma in orari pre-cena, che dopo c'è tutta la famiglia a casa, che figura di merda.
pepper: appunto
Virgin Mary! (nel senso del cocktail)
Mi hai fatto venire l'ansia.
Niente social network, sono il male :D
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