Sono una solitaria ma non vivo affatto in solitudine.
Amo il mondo attorno a me, il cicaleccio tranquillizzante degli amici, l'affetto delle persone che sono la "mia" famiglia, che è sicuramente più estesa di quella biologica.
Ma a volte ho bisogno di un momento in solitaria, di stare sola con me, di pensare solo a volermi bene. Nessuno mi ama più di me stessa.
Sono stata a lungo la peggior giudice della mia condotta ed ora ho deciso, dopo tante sentenze e condanne senza appello, di essere anche il mio miglior avvocato difensore, il medico e la spalla su cui contare nei momenti del bisogno. Non è una sensazione facile da gestire.
Ci sono a volte dei "No" da dire, senza per questo dover motivare che si ha bisogno di stare con una persona decisamente importante, ovvero noi stessi.
Mica tutti lo capirebbero.
E a volte, se lo spieghi, ci si sente non compresi.
Mica tutto si può dire, spiattellare, al prossimo senza sentirsi poi un pochino nudi.
L'ho scoperto anche con le mie poesie.
Che siano belle o brutte non è questo l'importante, in questo momento.
Sono pezzi, brandelli di emozioni e sensazioni della mia vita presente e passata, e la scelta di farli leggere ad alcune persone ha prodotto reazioni decisamente contrastanti.
Gli amici più cari, la "famiglia", ha reagito con affetto e condivisione ma anche stupore.
Alcune persone che invece ritenevo pronte ad entrare a far parte della "famiglia" hanno reagito con assoluto distacco ed indifferenza. Come se avessero letto un qualsiasi banale annuncio su un giornale. E persone lontane, che neanche conosco realmente, hanno invece saputo cogliere dei particolari che mi hanno fatto intuire che avevo trasmesso con quel che scrivevo la sensazione che provavo nell'attimo esatto in cui posavo la penna sul foglio di carta.
E mi sono sentita nuda davanti ad un perfetto estraneo e completamente vestita davanti a chi credevo fosse interessato a conoscere di più di me.
"È vero, zio Stojil, ho visto una fata che ha trasformato un tizio in fiore." "Meglio così che il contrario," risponde Stojil senza togliere gli occhi dalla scacchiera. "Perché?" "Perché il giorno in cui le fate trasformeranno i fiori in tizi, la campagna diventerà infrequentabile."
Fatacarabina
domenica 18 maggio 2008
sabato 10 maggio 2008
Incomunicabilità
Non parlare perchè non ho alcuna intenzione di ascoltare
Capita anche di sentirsi dire questo, nella vita. E l'effetto è quello di uno schiaffo
diretto al viso, di quelli che lasciano la pelle dolorante, con un fastidioso
effetto di bruciore che sembra non volersene mai andare.
Perchè senza parole, c'è solo silenzio. Imposto.
Capita anche di sentirsi dire questo, nella vita. E l'effetto è quello di uno schiaffo
diretto al viso, di quelli che lasciano la pelle dolorante, con un fastidioso
effetto di bruciore che sembra non volersene mai andare.
Perchè senza parole, c'è solo silenzio. Imposto.
lunedì 5 maggio 2008
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